DALLERA KABIR
Ricordo ancora quella prima affascinante volta.
Quella volta quando il mio passo di bambino si posò nel pregno laboratorio, ricordo il leggero profumo degli attrezzi, dell’oro e ancora sento quella meraviglia colmare il mio essere mentre rimembro quegli attimi.
La meraviglia mentre i miei occhi osservavano avidi la maestria dell’Artigiano all’opera, mentre con mente concentrata e mano esperta trasformava il freddo, informe metallo in un opera.
Un opera ricolma di bellezza e armonia, quello stesso Artigiano che un giorno avrei avuto la fortuna di chiamare Maestro.
La mia fascinazione per quest’antica arte crebbe e quando, nella mia vita la terra ebbe compiuto solamente dodici complete rivoluzioni attorno al nostro benevolo Sol, ebbi la forza di chiedere all’Artigiano di diventare mio Maestro.
Mia guida in questo mestier d’ingegno che è l’Oreficeria e di aiutare questo ignaro giovine a districarsi in essa come Dante che, sotto l’attento sguardo di Virgilio, da lui venne guidato dagli oscuri inferi alle porte dei perfetti paradisi.
Iniziai a praticare con avidità questa dorata arte attingendo bramoso alle conoscenze nate da anni di esperienza e pratica del mio riverito Maestro.
Iniziai sbagliando.
Ero un essere incapace che creava solamente brutture, brutture indegne di essere chiamate gioielli o anche solamente ornamenti.
Ma per quello ero li, per apprendere e praticare.
Non mi feci piegare dai miei fallimenti che erano solamente nuovi ceppi pronti ad ardere nel mio focolare di desiderio per la conoscenza.
Gli anni passarono inesorabili ma, con essi, le mie abilità si affinavano venendo direzionate con mirata abilità dal mio Maestro.
E infine, dopo ore di pratica, innumerevoli fallimenti e decine e decine di indegne brutture iniziai a creare oggetti degni di essere chiamati gioielli.
In contemporanea alla mia pratica al banco, sotto lo sguardo severo ma attento della mia guida e Maestro frequentai il liceo Artistico.
Per affinare le mie abilità nel disegno e nella progettazione, che poi in futuro avrei integrato nell’arte della creazione del gioiello, frequentai quelle lezioni.
Finiti gli studi decisi di dedicarmi per tre anni solamente all’Arte la quale da anni studiavo e praticavo, quell’Arte che ormai cresceva in me e che si era trasmutata nel mio obbiettivo di vita.
In questi anni approfondii l’aspetto della cera persa.
Mirabile antichissima tecnica che Mastri Artigiani, ormai migliaia d’anni fa praticavano in gelide e silenziose notti sotto cieli stellati che non più conosciamo.
Decisi così di affinare la mia conoscenza pratica di questa tecnica, per la quale percepivo un fascino profondo
Il cui sussurro mi portò tra le sue braccia dove per giorni, ore e mesi praticai.
Modellando gioielli in cera che poi sarebbero stati fusi in caldo giallo-baluginante metallo dando forma a meravigliosi ornamenti.
Infine, nell’anno di nostro signore duemila e diciannove, prima che la grande piaga virulenta ci colpisse duramente, a Tavernole sul Mella, un paesino al centro della valle Trompia, valle della mia infanzia nella provincia della romana Brixia, li tra le montagne che mi hanno cresciuto ho aperto il mio laboratorio.
Bottega dove tutt’ora creo preziosi gioielli di dorato metallo e multi colorati ornamenti per soddisfare i gusti, i desideri e le volontà delle persone che richiedono la mia maestria.